Rapporto all’Assemblea Generale dell’ONU sull’accesso al risarcimento e ad altri rimedi per le vittime di trafficking

Il 25/10/2019 ho presentato il mio rapporto all’Assemblea Generale dell’ONU sull’accesso al risarcimento e ad altri rimedi per le vittime di trafficking, per gli abusi commessi dai datori di lavoro e I loro appaltatori. I lavoratori e le lavoratrici che sono vittime di trafficking o grave sfruttamento incontrano molte difficoltà nell’accesso alle procedure giudiziarie ed extragiudiziarie. Il loro primario interesse è quello di recuperare I salari non pagati, mantenere il loro contratto e migliorare le loro condizioni di lavoro. Tuttavia rivendicare i loro diritti spesso provoca la perdita del lavoro; inoltre essi/e devono affrontare una situazione di incertezza che può protrarsi a lungo, vista la durata dei procedimenti. Per I lavoratori e le lavoratrici migranti, c’è spesso anche il rischio di essere espulsi e/o perseguiti se si trovano in una situazione di irregolarità. Nel mio rapporto chiedo l’istituzione, da parte delle grandi società, di meccanismi facilmente accessibili, che devono essere trasparenti, basati sulla fiducia e che devono mettere al centro la voce dei lavoratori e delle lavoratrici. Tali meccanismi devono consentire loro di denunciare lo sfruttamento senza timore di essere licenziati/e o espulsi/e, e di ottenere la restituzione dei salari non pagati e il risarcimento dovuto. Le società che sono alla testa delle catene di subappalto devono andare oltre le obbligazioni minimali previste dalle poche legislazioni sulla trasparenza, tra cui quelle di California e UK e, sulla scorta delle più recenti legislazioni come quelle australiana e francese, dare informazioni dettagliate sulle iniziative intraprese per eliminare il lavoro forzato, il trafficking e la schiavitù dalla loro catene di subappalto. I sindacati e in generale le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici devono essere coinvolti nella pianificazione, attuazione e monitoraggio di tali meccanismi. La risposta al problema del risarcimento peri lavoratori e le lavoratrici gravemente sfruttati/e sta in un mix di obblighi stabiliti dalla legge e di iniziative volontarie delle società committenti. Molte società hanno già preso iniziative volte ad identificare i casi di grave sfruttamento nella loro catena di subappalto. Tuttavia queste iniziative sono ancora insufficienti e devono essere ulteriormente sviluppate. Le società committenti inoltre devono considerarsi direttamente responbsabili nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, se omettono di esercitare la dovuta diligenza per prevenire e rimediare alle situazioni di grave sfruttamento nella loro catena di subappalto.
Potete leggere qui il rapporto: https://undocs.org/A/74/189