In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, ho sollecitato un profondo cambiamento nell’approccio degli Stati verso migrazioni e tratta di esseri umani, in favore di soluzioni di lungo periodo volte a promuovere l’integrazione sociale di coloro che sopravvivono alla tratta. La crescente criminalizzazione dei migranti e di coloro che danno aiuto umanitario, e l’adozione di politiche migratorie restrittive e xenofobe, sono dannose per l’efficacia delle misure anti-tratta e sono incompatibili con l’obiettivo di inclusione sociale dei sopravvissuti. Al contrario, un approccio che favorisca l’empowerment delle vittime implica l’accesso al risarcimento, allo status di soggiorno, al ricongiungimento familiare, al ripristino del lavoro, oltre alla non-punibilità e alle garanzie di non-ripetizione. Solo quest’approccio, incentrato sulla vittima e fondato sui diritti umani, può consentire l’effettiva inclusione sociale dei sopravvissuti/e, nonché la loro partecipazione attiva alla prevenzione della tratta e allo smantellamento delle reti criminali.
La mia dichiarazione completa è disponibile su https://www.ohchr.org/en/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx…