I programmi anti-tratta devono essere prorogati d’ufficio

I programmi di assistenza per le vittime di violenza e grave sfruttamento, di schiavitù e di tratta devono essere prorogati d’ufficio per un periodo di almeno sei mesi, allo scopo di garantire la continuità del percorso di integrazione sociale.

Inoltre una particolare attenzione va riservata ai minori non accompagnati e/o separati dalla famiglie che sono vicini all’età adulta. La loro permanenza nel sistema di protezione per minori deve essere estesa d’ufficio per almeno sei mesi, allo scopo di evitare che essi vengano espulsi dal sistema di protezione al compimento dei 18 anni e restino abbandonati a se stessi, senza una dimora e la minima assistenza, con il rischio fra l’altro di essere ri-trafficati.

Ho indirizzato una lettera al governo italiano nella mia qualità di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla tratta di persone in particolare donne e minori, per chiedere una decisione immediata sulla proroga dei programmi in scadenza.

La proroga dovrà ovviamente garantire le risorse adeguate. Il periodo di sei mesi indicato come periodo minimo è quasi certamente insufficiente, e dunque sarebbe meglio prevedere una proroga più lunga, di dodici o di diciotto mesi.

Confido che la Cabina di Regia Nazionale prenda nella dovuta considerazione l’imprescindibile esigenza di continuità del percorso di inclusione sociale di persone particolarmente vulnerabili, e dia allo stesso tempo certezze alle operatrici e operatori sociali che in questi giorni difficili si stanno prodigando in ogni modo per assicurare l’efficienza dei programmi.

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