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5 ragioni per rifiutare il “modello nordico” sulla prostituzione, da una prospettiva femminista
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- La criminalizzazione dei clienti, che costituisce l’aspetto fondamentale del “modello nordico”, sostenuto da una parte del femminismo europeo, concentra l’attenzione delle istituzioni sulla punizione dei clienti, mentre le politiche sulla prostituzione dovrebbero essere mirate all’empowerment delle donne e di tutte le persone che si prostituiscono ivi compresi LGBTQI, non in quanto vittime, ma in quanto titolari di diritti ivi compreso il diritto all’autodeterminazione sessuale. Inoltre la criminalizzazione dei clienti esaspera il diffuso approccio stigmatizzante e repressivo che inevitabilmente coinvolge non solo i clienti ma anche coloro che si prostituiscono.
- Per rispettare i diritti e migliorare la situazione delle persone che si prostituiscono occorre puntare su una radicale depenalizzazione di tutte le condotte che oggi vengono qualificate dalla legge e dalla giurisprudenza come favoreggiamento, e che spesso non sono altri che comportamenti cooperativi e di aiuto reciproco tra sex workers. Occorre inoltre istituire percorsi di accompagnamento che rispondano alle esigenze effettive delle donne e di tutte le persone che si prostituiscono, siano esse relative alla salute e all’accesso ai servizi, ovvero alla formazione e alla ricerca di lavoro per chi ha deciso di dedicarsi ad altre attività.
- Molte donne di fatto non sono libere nella decisione di vendere servizi sessuali. La grande maggioranza delle donne immigrate, per esempio, sono soggette all’abuso della loro vulnerabilità sociale ed economica, e spesso a varie forme di ricatto e di violenza. Occorre dunque adottare politiche che le rendano più forti e più capaci di intraprendere percorsi di inclusione sociale. Al contrario, la criminalizzazione dei clienti fa inevitabilmente cadere tutto il mondo della prostituzione in un’area di illegalità, con la conseguenza che le donne sono più soggette a ricatti e a molteplici violazioni dei loro diritti, e che i percorsi di empowerment diventano più difficili.
- Criminalizzare i clienti comporta la conseguenza negativa di indirizzare l’azione delle forze dell’ordine verso l’obiettivo più facile da identificare, con la conseguenza di trascurare l’attività di indagine più complessa e impegnativa necessaria per l’identificazione delle reti criminali che organizzano lo sfruttamento e la tratta.
- L’idea sottostante al “modello nordico” è che la prostituzione in quanto tale sia una forma di violenza maschile sulle donne. Ma ideologizzare la violenza e rappresentarla come una realtà pervasiva, significa ridurre le donne a una condizione di ontologica vittimizzazione. Allo stesso tempo, inflazionare la nozione di violenza comporta il rischio di banalizzare la violenza sessuale, la violenza nelle relazioni intime, la tratta e tutte le forme di violenza di genere.