Con altri cinque Special Rapporteur dell’ONU, ho chiesto il ritiro di due Direttive del Ministro dell’Interno, e uno stop all’approvazione del c.d. “Decreto Sicurezza-bis”. Le Direttive mirano ad impedire alle navi delle ONG – tra cui Mare Jonio – di effettuare salvataggi e accedere ai porti italiani, in violazione del diritto alla vita, del principio di non-refoulement e del diritto del mare. La bozza di decreto sicurezza-bis, inoltre, introduce sanzioni per le navi che effettuano operazioni di salvataggio. Siamo preoccupati per il tentativo di stigmatizzare i/le migranti come possibili terroristi/e o trafficanti, poiché questo tipo di retorica può accrescere il clima di odio e xenofobia. Abbiamo chiesto alle autorità di non mettere in pericolo la vita dei migranti, ivi compresi richiedenti asilo e vittime di tratta, invocando la lotta contro i trafficanti. Questo approccio è strumentale e fuorviante, poiché al contrario le politiche migratorie restrittive contribuiscono ad esacerbare la vulnerabilità dei/delle migranti, e dunque ad accrescere la tratta. I porti libici non possono essere considerati porti sicuri, poiché i migranti continuano a subire nei centri di detenzione torture, stupri, sfruttamento lavorativo e sessuale e altri gravi violazioni dei diritti umani. l’Italia e gli altri membri dell’UE devono implementare una politica concordata e basata sui diritti umani per affrontare la migrazione dalla Libia.
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